Grazie ad un sondaggio effettuato dall’Osservatorio del Politecnico di Milano abbiamo un interessante spaccato sulla situazione nelle PMI italiane riguardo l’utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale. Alla domanda "Avete avviato progetti di intelligenza artificiale?" solo il 15% delle PMI ha risposto positivamente, mentre il 28% ha in programma di avviare un progetto di AI nei prossimi 24 mesi. La stessa domanda presentata alle grandi imprese vede il 61% di risposte positive.
Emerge quindi che, com'è facile immaginare, le grandi imprese hanno una maggiore possibilità di poter sperimentare tecnologie di intelligenza artificiale rispetto alle PMI. Le barriere principali che ostacolano l’avvio e l’adozione di questi progetti nelle PMI italiane sono diverse. Da un lato c'èla difficoltà nel reperire il budget necessario per l’acquisto (barriera segnalata nel 30% dei casi). Molte soluzioni di intelligenza artificiale sono infatti progetti costruiti su misura, che determinano costi molto elevati. Dall'altro lato c'è anche da tenere in conto il basso livello di digitalizzazione presente in molte piccole e medie aziende (segnalato nel 24% dei casi). Questo ovviamente rallenta o frena l’adozione di nuove tecnologie all’interno dei processi aziendali.
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Nonostante l’adozione di strumenti AI nelle PMI italiane sia in crescita (+9%), la presenza di tali tecnologie risulta essere ancora molto bassa rispetto al panorama europeo, potendo causare così un gap competitivo importante. L’adozione di strumenti di AI permette infatti alle PMI di efficientare i processi aziendali riducendo costi e tempi, oltre ad aumentare le potenziali entrate. PMI più efficienti, produttive e digitali sono essenziali per una crescita dell’intero tessuto economico del Paese. Questo vale in particolar modo per il panorama italiano, se consideriamo che le PMI rappresentano il 99,9% del totale delle imprese operanti sull'intero territorio nazionale, generando oltre il 70% del fatturato del nostro Paese e contribuendo a impiegare oltre l'81% dei lavoratori.
Due sono i punti centrali per rispondere in modo proattivo a questo problema. Da un lato è necessario che le aziende che offrono servizi tecnologici di intelligenza artificiale realizzino tecnologie scalabili con costi accessibili, magari con modello di business a subscription, così da permettere al maggior numero di PMI di poter accedere a tali tecnologie. Questo è possibile solo se si ha il coraggio e l’ambizione di costruire una start-up di prodotto e non di consulenza, realizzando una tecnologia standardizzata e plug&play. Dall’altro lato è necessario che lo Stato sostenga con finanza agevolata le aziende tecnologiche che decidono di muoversi verso questa decisione di un prodotto Saas standard e allo stesso tempo agevoli con sgravi fiscali l'acquisto di queste tecnologie. Tutto questo deve essere unito poi alla promozione di percorsi di formazione sulle competenze digitali all’interno delle PMI necessarie per ridurre la difficoltà nell’adozione di nuove tecnologie e restare competitivi sul panorama globale.